MCDD

Disturbi Pervasivi e MCDD

Disturbi pervasivi dello sviluppo non altrimenti specificati (comprendente l’autismo atipico codificato dall’ lCD-1O)
In questi quadri rientrano quelle forme di disturbo generalizzato dello sviluppo che non possono essere inserite nel disturbo autistico perché in qualche modo atipiche. L’atipicità rispetto all’autismo si manifesta o in rapporto all’epoca di insorgenza (oltre i 3 anni), o in rapporto alla sintomatologia che non raggiunge la soglia prevista per l’autismo (vedi i criteri diagnostici riportati nella tabella II), o in rapporto ad entrambe, pur essendo presente una compromissione nelle aree della interazione sociale, o del linguaggio comunicativo, o del gioco simbolico. Possono essere inserite in questa categoria anche le forme di autismo residuo, oppure le forme con tratti autistici nel corso di malattie neurologiche, come ad esempio la sclerosi tuberosa. La prognosi di questo gruppo eterogeneo appare migliore rispetto a quella del disturbo autistìco.
In questa categoria sono state spesso inserite delle entità cliniche eterogenee che in epoca più recente la ricerca ha cercato di differenziare. E stata descritta in particolare una popolazione di bambini ed adolescenti con una alterazione nella modulazione degli affetti, alti livelli di ansia, relazioni interpersonali bizzarre o disturbate, scarse competenze sociali, transitori disturbi del pensiero 13,14 Nessuna diagnosi tra quelle previste dal DSM-IV riesce a cogliere le caratteristiche specifiche di questi bambini 15. Per la loro insorgenza relativamente precoce questi disturbi erano stati inizialmente inseriti nell’ambito dei disturbi pervasivi dello sviluppo non altrimenti specificati. Ulteriori studi hanno portato al tentativo di differenziare tale forma, che è stata provvisoriamente denominata Multiple Complex Developmental Disorder (MCDD) 15 Essa è evidente prima dei 5 anni, con deficit funzionali che portano ad uno stabile pattern di fluttuazione nella regolazione degli affetti (ansia, irritabilità, paure o fobie insolite e bizzarre, episodi ricorrenti di panico, transitoria disorganizzazione comportamentale), della relazione interpersonale (disinteresse sociale o alterazioni nella reciprocità, alti gradi di ambivalenza nei confronti delle figure di riferimento, con alternanza di comportamenti adesivi ed ipercontrollanti e comportamenti aggressivi), e del pensiero (intrusione di idee bizzarre, irrazionalità, pensiero magico, confusione tra realtà e fantasia, perplessità, deliri o fantasie bizzarre, preoccupazioni paranoidi). In condizioni di stress questi sintomi possono diventare molto più intensi, con oscillazioni che si differenziano nettamente dalla stabilità dei disturbi pervasivi dello sviluppo. Regressioni nel comportamento e nel funzionamento mentale possono durare per ore o giorni, alternate a fasi di migliore funzionamento (Tab. III).
E possibile comunque interpretare il MCDD come un disturbo dello sviluppo, piuttosto che come un disturbo episodico o acuto. Secondo Van der Gaag et al 16, nei 2/3 dei soggetti esaminati il quadro essenziale del MCDD persiste anche in età adulta, con passaggio verso disturbi della personalità di tipo schizoide o schizotipico. E stata segnalata inoltre nel 15% dei casi una evoluzione verso quadri francamente schizofrenici.
Non esistono dati circa interventi farmacologici specifici, anche se bassi dosaggi di neurolettici sembrano favorire un migliore controllo emotivo, sociale e del pensiero.
TAB. III - Criteri diagnostici per il MCDD
 

I) Compromissione della regolazione affettiva e dell’ansia, espressa da almeno due dei seguenti sintomi:
a. intensa ansia, tensione o irritabilità
b. paure o fobie insolite e bizzarre per contenuto o intensità c. episodi ricorrenti di ansia acuta, panico o terrore
d. disorganizzazione o regressione comportamentale transitoria, ma intensa
e. ampia variabilità dello stato emotivo in assenza di fattori scatenanti ambientali
f. reazioni affettive idiosincratiche, con affettività fatua, risatine incongrue, ecc
(2) Compromissione del comportamento e nella sensibilità sociale, espressa da almeno uno dei seguenti sintomi:
a. disinteresse sociale, distacco, evitamento, ritiro
b. incapacità nell’intraprendere o mantenere relazioni con i coetanei
e. relazioni disturbate ed ambivalenti con gli adulti, con alternanza tra ipercontrollo ed aggressività
d. marcate limitazioni nella capacità di relazione empatica o nella comprensione degli stati affettivi altrui
(3) Compromissione delle funzioni cognitive (disturbo del pensiero), espressa da almeno uno dei seguenti sintomi:
a. disturbo del pensiero con irrazionalìtà, pensiero magico o disorganizzato, idee bizzarre, neologismi
b. confusione tra realtà e fantasia
c. perplessità, facile tendenza alla confusione
d. produzioni simil-deliranti, ad es. fantasie di onnipotenza, fantasie di poteri immaginari, preoccupazioni paranoidi, eccessivo coinvolgimento in personaggi di fantasia
(4) Deve essere esclusa la diagnosi di disturbo autistico
(5) I sintomi devono essere presenti da più di 6 mesi

Omaggio ad un maestro: Walter Fornasa

"Dietro a un qualcosa che a volte non comprendi, inaspettatamente esce un qualcosa che ti da una spinta in più"