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Verso il futuro
sabato 16 novembre 2013
Omaggio ad un maestro: Walter Fornasa
venerdì 11 gennaio 2013
martedì 8 gennaio 2013
da il Sole 24 ore - 8 gennaio 2012 -
Agli under 30 più posti al Centro
Ecco le figure professionali più richieste dalle imprese, soprattutto al Centro

Nell'annus horribilis per l'occupazione giovanile le ciambelle di salvataggio in un mercato del lavoro sempre più avaro di opportunità arrivano dal "centro", a livello di competenze come sul territorio. Nella débâcle generale - in calo del 31% le assunzioni di under 30 programmate dalle imprese nel 2012 - ci sono alcune figure che si salvano: profili di media specializzazione, in primis nel commercio e nei servizi, rappresentano la stragrande maggioranza dei 200mila nuovi ingressi, secondo l'elaborazione di Datagiovani su fonti Unioncamere.
Mestieri anti-crisi
l primo posto del ranking rimangono stabili i commessi delle vendite al dettaglio, per cui si richiedono oltre 23mila addetti. Gli altri due gradini del podio sono occupati da magazzinieri e camerieri (entrambi intorno a quota 6mila). E con oltre 5mila inserimenti di under 30 si mettono in luce impiegati e segretari, mentre vicini a quota 3mila sono informatici, cuochi e contabili.
«Le imprese - osserva Egidio Riva, ricercatore di sociologia all'Università Cattolica - chiedono sempre meno professionisti altamente qualificati nelle aree, come l'innovazione, nelle quali altri sistemi produttivi hanno costruito le proprie fortune recenti. È la spia che ci segnala la necessità, sempre più inderogabile, di un check-up per offrire prospettive migliori ai giovani».
l primo posto del ranking rimangono stabili i commessi delle vendite al dettaglio, per cui si richiedono oltre 23mila addetti. Gli altri due gradini del podio sono occupati da magazzinieri e camerieri (entrambi intorno a quota 6mila). E con oltre 5mila inserimenti di under 30 si mettono in luce impiegati e segretari, mentre vicini a quota 3mila sono informatici, cuochi e contabili.
«Le imprese - osserva Egidio Riva, ricercatore di sociologia all'Università Cattolica - chiedono sempre meno professionisti altamente qualificati nelle aree, come l'innovazione, nelle quali altri sistemi produttivi hanno costruito le proprie fortune recenti. È la spia che ci segnala la necessità, sempre più inderogabile, di un check-up per offrire prospettive migliori ai giovani».
Fra i 32 mestieri dove gli "ingaggi" preventivati superano quota mille, le figure "high skilled" sono solo sette, a partire da analisti e progettisti di software, contabili e tecnici della vendita, tutti con ingressi programmati tra 2mila e 3mila.
Fra i 32 mestieri dove gli "ingaggi" preventivati superano quota mille, le figure "high skilled" sono solo sette, a partire da analisti e progettisti di software, contabili e tecnici della vendita, tutti con ingressi programmati tra 2mila e 3mila.
Opportunità dalle regioni
Anche sul territorio i giovani si salvano al Centro: a perdere quota, infatti, sono le chance al Nord e nel Mezzogiorno (oltre il 30% in meno rispetto al 2011), mentre a contenere le perdite sono state le regioni intermedie, con il Lazio che riserva quasi il 40% delle nuove assunzioni ai giovani, seguita da Toscana e Umbria (oltre il 37%). La classifica provinciale in termini assoluti è guidata da Roma, con circa 15mila reclutamenti non stagionali (39,8% del totale), che si dimostra più stabile rispetto a molte altre province (-4,4% il calo rispetto al 2011). Al secondo posto si piazza Milano (13.460 inserimenti under 30), che però ha visto ridurre i nuovi assunti giovani del 31% in un anno.
Anche sul territorio i giovani si salvano al Centro: a perdere quota, infatti, sono le chance al Nord e nel Mezzogiorno (oltre il 30% in meno rispetto al 2011), mentre a contenere le perdite sono state le regioni intermedie, con il Lazio che riserva quasi il 40% delle nuove assunzioni ai giovani, seguita da Toscana e Umbria (oltre il 37%). La classifica provinciale in termini assoluti è guidata da Roma, con circa 15mila reclutamenti non stagionali (39,8% del totale), che si dimostra più stabile rispetto a molte altre province (-4,4% il calo rispetto al 2011). Al secondo posto si piazza Milano (13.460 inserimenti under 30), che però ha visto ridurre i nuovi assunti giovani del 31% in un anno.
Quote giovani
Le professioni più "giovani" del 2012 si rivelano gli acconciatori (79%), gli addetti agli sportelli assicurativi, bancari e intermediari finanziari (67% delle assunzioni totali) e i baristi (59%). La classifica invece di quelle per cui si cercano molti under 30 ma si fa più fatica a trovarli è guidata dagli analisti e progettisti software (27% di "primule rosse", e nel 19% dei casi per ridotto numero di candidati), seguiti dagli acconciatori (21%, ma in questo caso soprattutto per preparazione ed esperienza inadeguate, 11%).
Le professioni più "giovani" del 2012 si rivelano gli acconciatori (79%), gli addetti agli sportelli assicurativi, bancari e intermediari finanziari (67% delle assunzioni totali) e i baristi (59%). La classifica invece di quelle per cui si cercano molti under 30 ma si fa più fatica a trovarli è guidata dagli analisti e progettisti software (27% di "primule rosse", e nel 19% dei casi per ridotto numero di candidati), seguiti dagli acconciatori (21%, ma in questo caso soprattutto per preparazione ed esperienza inadeguate, 11%).
Titoli di studio e contratti
Tra i titoli di studio più graditi resta al top il diploma (48%), in particolare a indirizzo amministrativo-commerciale, meccanico, turistico-alberghiero e informatico. La laurea è richiesta nel 15,4% dei casi, soprattutto in economia, ingegneria o medicina. Per il 10% delle assunzioni è addirittura sufficiente una qualifica professionale.
Tra i titoli di studio più graditi resta al top il diploma (48%), in particolare a indirizzo amministrativo-commerciale, meccanico, turistico-alberghiero e informatico. La laurea è richiesta nel 15,4% dei casi, soprattutto in economia, ingegneria o medicina. Per il 10% delle assunzioni è addirittura sufficiente una qualifica professionale.
«L'ennesima conferma - spiega Giovanna Vallanti, docente di Economia alla Luiss di Roma - che in Italia conseguire livelli più elevati di istruzione non comporta un vantaggio per i giovani. Da un lato l'università, che è la principale responsabile della formazione del capitale umano, non è in grado di formare adeguatamente figure utili alle aziende. Dall'altro, il sistema produttivo italiano, basato su un modello di sviluppo molto tradizionale, non è in grado di assorbire profili altamente qualificati. Questo ha implicazioni pesanti in termini di bassa crescita della produttività e della competitività nel medio-lungo periodo».
Ultimo aspetto riguarda i contratti: cala la quota a tempo indeterminato (33% contro il 37% del 2011), mentre salgono tempo determinato (40%) e apprendistato (22%). Forte è anche la crescita dei neoassunti part-time: oltre un quarto degli inserimenti totali di giovani, quasi sei punti in più del 2011.
«La mancanza di orizzonti d'impiego sufficientemente lunghi è un problema serio - conclude Paolo Gubitta, docente di Organizzazione aziendale all'Università di Padova –, perché impedisce di fare investimenti in capitale umano e soprattutto rischia di allontanare le persone più capaci. Un giovane di belle speranze tenderà ad accettare occasioni d'impiego intermittenti solo a condizione che si tratti di un mestiere sfidante. In mancanza di queste offerte, i migliori tenderanno giustamente a migrare verso le aree del Paese o in altri Stati dove "il rischio dell'incertezza" è più che compensato "dal rendimento dell'esperienza"».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
martedì 6 marzo 2012
Dal corriere on line: IL RAPPORTO Almalaurea
I laureati italiani? Sempre più disoccupati
Passa dal 16% al 19% la disoccupazione dei laureati triennali
IL RAPPORTO Almalaurea
I laureati italiani? Sempre più disoccupati
Passa dal 16% al 19% la disoccupazione dei laureati triennali

I RISULTATI - «Si tratta di un fenomeno piuttosto preoccupante - spiega Andrea Cammelli, direttore di Almalaurea - ma del resto basta dare un'occhiata agli investimenti fatti in questo periodo dal nostro Paese in questo settore. Francia, Germania, tutti i Paesi Europei hanno investito di più nelle professioni qualificate per uscire dalla crisi, l'Italia è l'unica in controtendenza. Abbiamo una percentuale di laureati modesta rispetto alla media Ocse, abbiamo una classe dirigente oltre 55 anni poco scolarizzata e per di più investiamo pochissimo su questo fronte».
IL CONFRONTO - Non conforta neanche il confronto con i dati del 2007. I laureati triennali disoccupati del 2010 fotografati da Almalaurea, sono infatti aumentati dell'8%, percentuale che lievita per i laureati specialistici (9%) e per gli specialistici a ciclo unico (+10%). Diminuisce anche il lavoro stabile: la stabilità riguarda infatti il 42,5% dei laureati occupati di primo livello e il 34% dei laureati specialistici (con una riduzione, rispettivamente, di 4 e di 1 punto percentuale rispetto all’indagine 2010). Si dilata anche la consistenza delle forme contrattuali a tempo determinato e interinale, del lavoro parasubordinato e del lavoro nero. Fenomeno, quest’ultimo, che riguarda il 6% dei laureati di primo livello, il 7% degli specialistici, l’11% di quelli a ciclo unico.
LE RETRIBUZIONI - Brutte notizie anche sul fronte della remunerazione: lo stipendio a un anno dalla laurea (pari a 1.105 euro mensili netti per i laureati di primo livello, 1.050 per gli specialistici a ciclo unico, 1.080 per gli specialistici), già non elevato, perde ulteriormente potere d’acquisto rispetto alle indagini precedenti (con una contrazione compresa fra il 2 e il 6% solo nell’ultimo anno).
Corinna De Cesare
6 marzo 2012 | 12:02© RIPRODUZIONE RISERVATA
martedì 21 febbraio 2012
Iscrizioni anno scolastico 2012-13
Ore: 09:14| martedì, 21 febbraio 2012
Il lavoro prima della filosofia: in tempi di crisi economica e di disoccupazione l'andamento delle iscrizioni agli istituti superiori segnala i licei in fase di arretramento e un avanzamento netto dell'istruzione professionale. Il sistema informatico gestito in collaborazione dalla Provincia e dall'Ufficio scolastico provinciale già consente di avere a disposizione il quadro pressoché completo delle scelte.
La popolazione scolastica cresce, con 13.232 allievi in uscita dalla secondaria di primo grado, già iscritti per il 98,54 per cento al primo anno di corso del 2012-2013 nelle scuole superiori o nei centri di formazione professionale della città e della provincia.
Dei 13.039 iscritti, 9.641 hanno scelto la scuola statale, facendo registrare una maggior propensione rispetto a un anno fa: si passa infatti dal 70,24 al 73,94 per cento mentre gli istituti paritari scendono dal 5,20 al 3,60 per cento. I centri di formazione professionale mantengono un buon numero di preferenze, con 2.149 iscrizioni che rappresentano il 16,48 per cento sul totale.
Sono gli istituti professionali statali a compiere un deciso balzo in avanti, con iscrizioni praticamente raddoppiate (da 837 a 1.579) e un passaggio dal 10,27 al 16,38 per cento. In contrazione i licei, che prefiguravano 3.719 allievi di prima un anno fa nel sistema statale e ne registrano adesso 3.659, pari al 37,95 per cento. Cresce l'istruzione tecnica, ormai nettamente prioritaria con i suoi 3.820 iscritti, che l'avvicinano al 40 per cento sul totale delle iscrizioni.
Nei licei mantiene il tradizionale predominio lo scientifico, con più di un terzo delle 3.659 iscrizioni attribuite all'istruzione liceale e, con l'aggiunta dei 492 nuovi studenti del liceo delle scienze applicate arriva quasi alla metà. Segue il linguistico (18,37 per cento), fa registrare un buon indice di gradimento il liceo delle scienze umane mentre il classico, con i suoi 244 primini nella scuola statale, si limita al 6,67 per cento.
La popolazione scolastica cresce, con 13.232 allievi in uscita dalla secondaria di primo grado, già iscritti per il 98,54 per cento al primo anno di corso del 2012-2013 nelle scuole superiori o nei centri di formazione professionale della città e della provincia.
Dei 13.039 iscritti, 9.641 hanno scelto la scuola statale, facendo registrare una maggior propensione rispetto a un anno fa: si passa infatti dal 70,24 al 73,94 per cento mentre gli istituti paritari scendono dal 5,20 al 3,60 per cento. I centri di formazione professionale mantengono un buon numero di preferenze, con 2.149 iscrizioni che rappresentano il 16,48 per cento sul totale.
Sono gli istituti professionali statali a compiere un deciso balzo in avanti, con iscrizioni praticamente raddoppiate (da 837 a 1.579) e un passaggio dal 10,27 al 16,38 per cento. In contrazione i licei, che prefiguravano 3.719 allievi di prima un anno fa nel sistema statale e ne registrano adesso 3.659, pari al 37,95 per cento. Cresce l'istruzione tecnica, ormai nettamente prioritaria con i suoi 3.820 iscritti, che l'avvicinano al 40 per cento sul totale delle iscrizioni.
Nei licei mantiene il tradizionale predominio lo scientifico, con più di un terzo delle 3.659 iscrizioni attribuite all'istruzione liceale e, con l'aggiunta dei 492 nuovi studenti del liceo delle scienze applicate arriva quasi alla metà. Segue il linguistico (18,37 per cento), fa registrare un buon indice di gradimento il liceo delle scienze umane mentre il classico, con i suoi 244 primini nella scuola statale, si limita al 6,67 per cento.
riproduzione riservata © www.giornaledibrescia.it
domenica 25 settembre 2011
Sapersi orientare vuol dire:
Conoscere bene i propri strumenti
Conoscere bene l'attrezzatura occorrente per ciascun percorso
Individuare il percorso migliore sulla base dei propri strumenti e dell’attrezzatura richiesta
E' iniziata in questi giorni la distribuzione del materiale nelle scuole aderenti al progetto. Si tratta di tre poster per ciauscuna classe, tre fascicoli per i ragazzi e la guida per i docenti. Alcuni materiali sono disponibili anche su questo blog, in versione integrale.
E' iniziata in questi giorni la distribuzione del materiale nelle scuole aderenti al progetto. Si tratta di tre poster per ciauscuna classe, tre fascicoli per i ragazzi e la guida per i docenti. Alcuni materiali sono disponibili anche su questo blog, in versione integrale.
lunedì 12 settembre 2011
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A che cosa servono i «neuroni specchio»
Le misteriose cellule nervose che si attivano per «imitazione» dei gesti altrui
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A che cosa servono i «neuroni specchio»
Le misteriose cellule nervose che si attivano per «imitazione» dei gesti altrui
A che cosa servono i «neuroni-specchio»
12 settembre 2011 12:06Video Neuroni Specchio
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